Jean si era svegliato di mala voglia e si era
appoggiato con la schiena ad un tronco, tentando disperatamente di non
addormentarsi. Detestava i turni di guardia, fosse stato per lui avrebbe
dormito costantemente in confortevoli camere da letto e fatto seguire
una piacevole notte di sonno da una colazione non troppo abbondante ma
certamente sfiziosa. La sua compagna di veglia era Elwing, la quale
improvvisamente ed inaspettatamente si alzò e gli consegnò alcune delle
punte di feccia che aveva preso dalla radura di Bognus, ringraziandolo
per averla salvata dall'ankheg il giorno prima...
Jean
aprì scioccamente la mano, mentre un rossore diffuso saliva a colorarli
le guance. Sperò che fosse sufficientemente dissimulato dal bagliore
del fuoco e dal caldo che questo sprigionava mentre rispondeva:
“Io,
beh... insomma.... voglio dire, non è nulla. Il braccio sta bene e per
quanto riguarda l’ankheg l'avrebbe fatto chiunque al mio posto, no? Mi
sono semplicemente trovato nelle vicinanze e... beh, quei così facevano
proprio schifo, non erano roba per una signorina.”
Consapevole
che la sua risposta sarebbe stata bene in bocca ad un ragazzino di
undici anni, tanto si era rivelata inadeguata, osservò imbarazzato le
punte di freccia che la ranger gli aveva lasciato cadere in mano:
“Grazie, non c'era bisogno... voglio dire, è stato un piacere e lo rifarei senza pensarci. Insomma, beh, grazie comunque.”
E
mentre rimuginava tra sè e sè, cercando qualcosa di intelligente da
dire - impresa che tutt’a un tratto pareva ben più complicata
dell'intrufolarsi dentro un villaggio di coboldi e sgominarlo anche
senza l’aiuto del resto del gruppo - il turno di guardia era finito ed
Elwing gli aveva già dato la buonanotte:
“Buonanotte...” mormorò a mezza voce.
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