Jean soppesò la controproposta di Haza, grattandosi
il mento per qualche secondo e strizzando gli occhi, mentre arricciava
leggermente le labbra. Improvvisamente il suo sguardo si illuminò, fece
schioccare la lingua ed estrasse dalla tasca un mazzo di carte che fece
abilmente scivolare nel palmo della mano. Con destrezza le aprì a
ventaglio, mostrandole al nano e subito dopo tentò di richiuderle. La
chiusura del numero fu decisamente meno riuscita, giacché una buona metà
dei colorati pezzi di carta lavorata svolazzarono a terra... Il
darokiniano imprecó tra i denti e si affrettò a raccoglierle, apparendo
come un perfetto imbranato:
"Cinquantacinque monete
d'oro sonante mi sembrano tante, ma... beh, io adoro il gioco
d'azzardo! - Sorrise genuinamente e riprese, tendendo il mazzo di nuovo
completo all'artigiano - mi considererò debitore di quaranta monete
d'oro, ma venti di queste ce le giocheremo a carte! Che dici ci stai?"
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