NDG: scusate l’assenza protratta, mi metto in pari con i discorsi lasciati nel frattempo in sospeso da Jean!
GDR:
[trattativa con Bognus e intervento di Kreena]
Jean
stava già per ribattere, ma l’intervento di Kreena - inatteso e non del
tutto desiderato - lo lasciò con un palmo di naso. Fosse stato per lui,
avrebbe continuato a menare il can per l'aia con Bognus, fino a farlo
cedere a condizioni del tutto diverse da quelle di cui stavano
discutendo. D'altra parte comprendeva la necessità di terminare le
contrattazioni e proseguire il cammino... Storse leggermente la bocca,
ma poi sorrise alla ragazza:
“Beh, se ci tieni
tanto vorrà dire che sarai tu a comprare il mio debito, grazie! Mi farai
sapere se preferisci avere trenta monete sull'unghia oppure averne
quaranta giocandocene venti a carte!”
Affibbiò
un’amichevole pacca sulla spalla della ragazza e sostituì una delle sue
spade corte con quella di ankheg appena acquistata, quindi indossò con
evidente piacere i guanti...
“Pluridannazione
Bognus, spero che proteggano bene come dici, perché di sicuro fanno un
caldo fottuto.” Commentò lo spadaccino, tutt’altro che avvezzo alla
presenza di uno strato di pelle a coprire la propria epidermide in piena
estate. Ancora borbottando, seguì il gruppo fuori dalla valle, sotto la
supervisione della loro nuova guida...
[viaggio ed arrivo al villaggio di Ahrar]
Dopo
un cammino tutto sommato piacevole, Ahrar il coboldo emise una serie
imprecisata di suoni gutturali che erano evidentemente comprensibili per
alcuni di loro. A beneficio del gruppo, le “parole” della loro guida
furono tradotte in comune, concedendo così a Jean un lungo e persistente
brivido di disgusto quando fu nominato il negromante:
“Ammetto
che la mia conoscenza della società cobolda non sia dettagliata più che
approfondita - lasciò trascorrere un attimo prima di proseguire,
osservando la svolta del sentiero oltre la quale pareva trovarsi
l’accampamento - ma ignoravo che potesse includere dei fottutissimi
negromanti.” Quello che lo spadaccino pensava della magia in generale e
della negromanzia in particolare doveva trasparire così chiaramente dal
suo volto da rendere superfluo ogni ulteriore commento. Con uno sforzo
non di poco conto, si rivolse comunque ad Ahrar, sperando che qualcuno
accogliesse la sua richiesta di traduzione:
“Qualcuno
sarebbe così gentile da tradurre le mie parole in sputacchi e gemiti
comprensibili al nostro piccolo amico? Mi interesserebbe sapere se
esistono vie di accesso alternative a questo accampamento, se possa
essere aggirato ed infine quanti suoi simili dobbiamo aspettarci di
trovare all’interno... L’idea di affrontare un negromante non mi
entusiasma più di quanto mi alletterebbe la prospettiva di passare una
notte di passione con un ankheg, ma affrontare un negromante e duecento
coboldi contemporaneamente potrebbe anche farmi apparire lo scarafaggio
sotto una prospettiva differente.”
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