martedì 24 gennaio 2017

DUNGEON MASTER - 21/08 - LISTA 03

[Scarlett] "Non ti crucciare per come è andato il combattimento, capita ogni tanto che non va come vorremmo, l'importante è che si sia risolto per il meglio..." provò a consolarlo scrollando un poco le spalle.

«Non dico che tu abbia torto», replicò lo straniero, «ma nella mia vecchia attività non combattere al meglio avrebbe potuto significare la fine di una brillante carriera: sai, agire da solo ha i suoi vantaggi, ma implica anche che non c'è nessuno a salvarti il culo se qualcosa non va per il verso giusto. Però hai ragione: l'importante è che si sia risolto per il meglio... per noi, ovviamente!». Così dicendo con una mano rifilò una pacca sul sedere dell'halfling che stava portando in spalla e poi ridacchiò: malgrado il disappunto di poco prima, sentiva che il malumore che l'aveva preso stava già iniziando a dissiparsi.

[Scarlett] "Bhe, come puoi notare, quando al monastero mi aveva detto che voleva aiutarci non stava mentendo né cercando semplicemente il nostro aiuto per uscire da quella cella..."

«Certamente!», confermò deciso Issus. «Credimi, halfling, ho varie ed ottime ragioni per volervi aiutare ed anzi, già che ci sono, scusami se ti avevo sfilato la spada, quel giorno: devo confessare che avevo veramente l'intenzione di uccidermi, in quel momento... sai, avevo davvero toccato il fondo, fra le torture subite da Ra-agh!-axxla», e nel dire quel nome il volto per un istante gli si contorse in una smorfia sofferente, «e le goffe cure di quei monaci, per i quali, Padre Brom a parte, ero più che altro un peso. Già da tempo mi sentivo smarrito e furioso allo stesso tempo, senza un futuro e con un passato da dimenticare, per cui avevo colto l'occasione di quel tuo attimo di distrazione per procurarmi lo strumento adatto per farla finita. Solo che poi siete intervenuti voi e, quasi per miracolo, la mia vita è cambiata nel giro di pochi istanti». Così dicendo rivolse un sorriso alle quattro Scarlett accanto a lui.

«Insomma, non è una cosa che io sia abituato a fare ma... ecco... vorrei chiederti scusa per averti preso quella spada: non intendevo offenderti, credimi...». La voce gli si spense: come sempre, esprimere i propri sentimenti era una cosa che gli veniva tremendamente difficile.

«A proposito, posso chiederti come ti chiami?», aggiunse poi, esitante. «Il mio nome lo sai già, credo, ma voglio ripetertelo: io mi chiamo Issus. Per l'esattezza, Issus Hittebarn», precisò con una smorfia.

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