domenica 1 gennaio 2017

HAZA - 21/08 - LISTA 03

Haza ascoltava il coboldo berciare una strana lingua conversando con la maga dai capelli rossi.
Non riusciva ad immaginare quante cose potesse avere da dire un mostriciattolo come quello, se non qualsiasi cosa riuscisse ad inventare per aver salva la vita.

Per il nano, tutte le risposte stavano in quelle corone che erano state trovate addosso a ciascuno dei nemici. Materiali diversi, per indicare il rango nelle file di un esercito. Ma forse, anche un altro scopo.
Che senso aveva dare delle monete di riconoscimento a semplici soldati? Forse che quelle monete potessero servire ad altro? 
Decise di proporre a tutti di portarne addosso una ciascuno... forse col tempo avrebbero avvertito qualche effetto, tenendole con sé.

Mentre accarezzava il pony, lo sguardo gli cadde sul ragazzo che aveva perso la propria vita.
Distolse subito lo sguardo, prima che cominciasse a luccicare, inumidendosi. La testa lo trasfigurava in altri piccoli esseri, che un tempo gli erano stati molto cari.
Si rese conto che durante tutta la battaglia non aveva dato il meglio, proprio a causa di questi 'fantasmi' del suo passato.

Era partito all'attacco come di consueto, puntando l'elemento che riteneva più pericoloso, indubbiamente uno degli umani che dovevano essere i capi di quella marmaglia. 
Aveva urlato "PER GLI DEI!" mentre correva agitando il mazzafrusto. 
Non perché davvero credesse nel loro aiuto, piuttosto la frase significava 'al posto' degli Dei. 
Ma tanto quel che contava era l'effetto. 
L'intento infatti era stato di distrarre i nemici, di indurli a preoccuparsi di lui, anziché degli altri: non dei contadini, male in arnese; non dei loro maghi, che necessitavano di tranquillità per pochi secondi per lanciare i loro incanti; non dei loro curatori, che avrebbero dovuto dare il meglio di sé a lotta finita, rimanendo ancora vivi essi stessi fino ad allora. Fino a lì, il piano aveva funzionato.
Un bel gruppo di goblin l'aveva accerchiato, e aveva tentato di menar loro grandi fendenti, ma solo di rado incocciando la carne con la palla dentata del mazzafrusto sacro. Aveva subito più danni di quanti fosse riuscito a farne. Che smacco. Almeno aveva evitato che ne facessero ad altri, ed era già un piccolo successo.
Era lo sguardo. Non riusciva a tenere lo sguardo solo sui nemici. Continuava a girarlo verso Aryn, verso il paladino che tentava di curare il ragazzo ferito mortalmente. Anelava a vederlo rialzarsi. Bramava che la vita tornasse in lui, come se in quel rialzarsi, potesse stare il rivivere di tutti i suoi cari. Ma niente poteva portare loro in vita... gli Dei non esistono!!! Doveva ricordarlo a se stesso, più spesso di quanto avesse voglia.

Accarezzò ancora il pony, osservando Filth e le sue esitazioni.

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