Haza ascoltava il coboldo berciare una strana lingua conversando con la maga dai capelli rossi.
Non
riusciva ad immaginare quante cose potesse avere da dire un
mostriciattolo come quello, se non qualsiasi cosa riuscisse ad inventare
per aver salva la vita.
Per
il nano, tutte le risposte stavano in quelle corone che erano state
trovate addosso a ciascuno dei nemici. Materiali diversi, per indicare
il rango nelle file di un esercito. Ma forse, anche un altro scopo.
Che senso aveva dare delle monete di riconoscimento a semplici soldati? Forse che quelle monete potessero servire ad altro?
Decise
di proporre a tutti di portarne addosso una ciascuno... forse col tempo
avrebbero avvertito qualche effetto, tenendole con sé.
Mentre accarezzava il pony, lo sguardo gli cadde sul ragazzo che aveva perso la propria vita.
Distolse
subito lo sguardo, prima che cominciasse a luccicare, inumidendosi. La
testa lo trasfigurava in altri piccoli esseri, che un tempo gli erano
stati molto cari.
Si rese conto che durante tutta la battaglia non aveva dato il meglio, proprio a causa di questi 'fantasmi' del suo passato.
Era
partito all'attacco come di consueto, puntando l'elemento che riteneva
più pericoloso, indubbiamente uno degli umani che dovevano essere i capi
di quella marmaglia.
Aveva urlato "PER GLI DEI!" mentre correva agitando il mazzafrusto.
Non perché davvero credesse nel loro aiuto, piuttosto la frase significava 'al posto' degli Dei.
Ma tanto quel che contava era l'effetto.
L'intento
infatti era stato di distrarre i nemici, di indurli a preoccuparsi di
lui, anziché degli altri: non dei contadini, male in arnese; non dei
loro maghi, che necessitavano di tranquillità per pochi secondi per
lanciare i loro incanti; non dei loro curatori, che avrebbero dovuto
dare il meglio di sé a lotta finita, rimanendo ancora vivi essi stessi
fino ad allora. Fino a lì, il piano aveva funzionato.
Un
bel gruppo di goblin l'aveva accerchiato, e aveva tentato di menar loro
grandi fendenti, ma solo di rado incocciando la carne con la palla
dentata del mazzafrusto sacro. Aveva subito più danni di quanti fosse
riuscito a farne. Che smacco. Almeno aveva evitato che ne facessero ad
altri, ed era già un piccolo successo.
Era
lo sguardo. Non riusciva a tenere lo sguardo solo sui nemici.
Continuava a girarlo verso Aryn, verso il paladino che tentava di curare
il ragazzo ferito mortalmente. Anelava a vederlo rialzarsi. Bramava che
la vita tornasse in lui, come se in quel rialzarsi, potesse stare il
rivivere di tutti i suoi cari. Ma niente poteva portare loro in vita...
gli Dei non esistono!!! Doveva ricordarlo a se stesso, più spesso di
quanto avesse voglia.
Accarezzò ancora il pony, osservando Filth e le sue esitazioni.
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