Issus le diede una mano con il fuggitivo, legandolo e caricandoselo
poi in spalla per tornare alla casa... E a Scarlett non sfuggì che
l'uomo sembrava far di tutto per non incrociare il suo sguardo. Lo fissò
per qualche istante, chiedendosi cosa ci fosse che non andasse, poi fu
lui a parlare e sputare il rospo, prima riguardo lei - molto sciocco da
parte sua non pensare che Issus potesse non aver mai visto quel tipo di
incantesimo - e poi riguardo a come aveva combattuto contro i coboldi.
La
maga prese un respiro profondo mentre le compariva un sorriso sulle
labbra, avrebbe scommesso qualunque cosa che ad Issus faceva più male
l'idea di non aver combattuto al meglio piuttosto che la ferita che
aveva.
Di colpo la Scarlett che camminava tra l'uomo e Ghino
fece un passo più lungo e, ruotando su un piede, si spostò davanti ad
Issus piantandogli una mano sul petto e cercando il suo sguardo. "Sono
io quella reale." gli disse con un sorriso che sembrava illuminarle
anche lo sguardo, "Le mie copie non potrebbero toccarti, spariscono se
vengono colpite." gli spiegò spostandosi nuovamente al suo fianco per
permettergli di riprendere a camminare.
"Non ti crucciare per
come è andato il combattimento, capita ogni tanto che non va come
vorremmo, l'importante è che si sia risolto per il meglio..." provò a
consolarlo scrollando un poco le spalle. "Se ti può far sentire meglio
io ho scaraventato su questo halfling praticamente tutto il mio potere
magico e la metà delle cose non lo hanno nemmeno sfiorato...molto
irritante se devo essere sincera." borbottò a sua volta gettando
un'occhiataccia di traverso al prigioniero. "E per di più si è pure
fermato per deridermi... se voleva farmi perdere del tutto la pazienza
ci è riuscito."
La ragazza sospirò quindi tornò a sorridere
guardando prima Issus e poi Ghino. "Grazie, a tutti e due per l'aiuto,
da sola non so se sarei riuscita a fermarlo." quindi fece un cenno verso
l'uomo mentre parlava all'halfling. "Bhe, come puoi notare, quando al
monastero mi aveva detto che voleva aiutarci non stava mentendo né
cercando semplicemente il nostro aiuto per uscire da quella cella..."
disse mentre la sua mente focalizzava il pianto che ormai sentiva
ininterrottamente da quando loro avevano preso il fuggitivo. "Speriamo
che non sia stato ferito un bambino..."
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