Certo che ne aveva di domande da fare, quella femmina umana... Ahrar non
poté non chiedersi se a rispondere bene a tutte avrebbe potuto ricevere
un premio: ad esempio, essere lasciato libero di andarsene per i fatti
suoi. Poi però gli venne un dubbio: da solo, sperduto in un mondo troppo
vasto e pieno di esseri più che desiderosi di fargli la pelle, per di
più senza nemmeno sapere di preciso dove si trovava, quante speranze
poteva avere di riuscire a tornare vivo alla sua caverna? E poi, come
avrebbero preso i capi il fatto che solo lui fosse riuscito a cavarsela?
Di certo l'avrebbero accusato di essersi comprato la vita raccontando
tutto ciò che sapeva... ed il fatto che sapesse poco o nulla non avrebbe
cambiato granché le cose: gli avrebbero fatto la pelle lo stesso, se
non altro per dare un monito agli altri sul fatto di non combattere fino
all'ultimo sangue. Oh, divino Kurtulmak, in che terribile casino era
andato a finire...
[Scarlett] "Questi umani oltre a darvi la moneta e dirvi il nome di quello che praticamente vi dava il suo lasciapassare per le scorrerie, vi han detto altro? O promesso qualcosa oltre al fare belle incursioni?"
«Perché, che bisogno avrebbero avuto di prometterci qualcosa in più che portarci a razziare fattorie?». Il tono di voce di Ahrar suonava sinceramente sorpreso.
[Scarlett] "Quando vi portavano ad attaccare una fattoria o un villaggio, quello che rubavate ve lo lasciavano tenere? O gli umani volevano tutto il bottino?"
«Rubare? E cosa ce ne faremmo delle cianfrusaglie di quattro contadini pulciosi?», chiese Ahrar ancora più sorpreso. «Mica andiamo ad assalire fattorie per fare bottino: noi coboldi siamo guerrieri, non ladri», chiarì orgogliosamente. «Noi attacchiamo le fattorie per uccidere gli invasori delle nostre terre, che altro sennò? Cosa poi facciano i capi, a noi non potrebbe interessare di meno».
[Scarlett] "Ahrar, tu mi sembri abbastanza sveglio e scaltro...nel tempo che quegli umani sono rimasti con voi per portarvi in giro a saccheggiare, li hai mai sentiti o visti riferire a qualcuno sopra di loro che li comandava? o li hai mai sentiti parlare, anche tra loro, riguardo al posto da cui venivano o sul perchè fossero fedeli al tizio dal nome strano?"
«Ma che domande mi fai, femmina dal pelo rosso?», replicò seccamente Ahrar. Poi si accorse di aver alzato forse troppo la cresta e cambiò subito tono ed atteggiamento: «I capi fra di loro mica parlano nella nostra lingua», spiegò piagnucolando. «Usano altri linguaggi, così che noi poveri, piccoli coboldi non riusciamo a capire i loro piani: a noi spetta solo di ubbidire e non far domande. Siamo solo carne da macello, per loro», concluse lamentosamente, esprimendo tutta la frustrazione di un infelice popolo vessato da tutti.
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