sabato 21 gennaio 2017

DUNGEON MASTER - 21/08 - LISTA 03

Voltato l'angolo della casa, lo straniero si fece sfuggire un leggero fischio: non c'era più nessuno. I casi erano due: o si era sognato tutto - ed avrebbe presto fatto una figura del menga - o l'halfling era riuscito a forzare la serratura e lui e la sua banda di guardaspalle avevano ormai invaso la casa. Facile la risposta: i rumori dall'interno della casa resero subito chiaro che in effetti esistevano ed erano entrati. Bene, una figura del menga risparmiata...

Facendo cenno alla maga di stargli dietro in silenzio, lo straniero avanzò fino alla prima finestra e sbirciò dentro: due coboldi si stavano dando da fare a frugare in giro, ma con l'aria di non saper bene cosa cercare...

Forse fu perché era fuori allenamento, o forse perché si credeva più bravo di quanto realmente fosse, fatto sta che con la spada mancò clamorosamente il bersaglio. Per sollevargli almeno un po' il morale, ci pensò invece il pugnale a fare un bel buco in pancia al mostriciattolo. Quest'ultimo guaì come un cagnolino per il dolore e goffamente tentò di rispondere, ma senza successo, al che lo straniero replicò l'assalto e questa volta entrambe le armi fecero il loro dovere ed il coboldo se ne tornò in grembo al suo maleodorante dio.

Peccato però che intanto altri due coboldi erano entrati nell'anticamera, forse attirati dal guaito del loro defunto compagno! A quel punto partì un furioso scambio di colpi: tenendosi sempre sulla porta per impedire alla maga di entrare e di tentare di dare una mano con il suo coltello - bell'arma, ma dal possedere una bell'arma al saper combattere corpo a corpo ce ne correva, e lui, conoscendola, sapeva che lei mai e poi mai si sarebbe tirata indietro - lo straniero si mise a scambiare colpi su colpi con i due nuovi avversari. Il primo lo spacciò presto con spada e pugnale, ma il secondo colse l'occasione per ferirlo...

Lo straniero imprecò, più che altro per la rabbia per essersi lasciato colpire così facilmente, e contrattaccò: la spada andò a segno ma, incredibile a dirsi, il pugnale lo tradì e con un elegante volteggio gli sfuggì dalle dita e cadde a terra. Poco male: la mano sinistra dello straniero corse all'elsa del secondo pugnale e lo estrasse, mentre allo stesso tempo con la spada riusciva ad aver ragione del secondo coboldo.

A quel punto gli venne un tuffo al cuore nel vedere un halfling entrare nell'anticamera: fu solo per un istante, però, e poi riconobbe quello che gli aveva fatto visita nella cella del monastero insieme a Scarlett ed al paladino giovane. Questo attimo di distrazione gli costò però la perdita immediata anche del secondo pugnale, anche se allo stesso tempo con un solo colpo riuscì a fare giustizia sommaria anche del terzo coboldo.

Lo straniero e l'halfling si scambiarono appena un'occhiata, ma di certo c'era ancora del lavoro da fare: ci sarebbe stato tempo dopo per i convenevoli. Il mezzuomo lo sfiorò di corsa passandogli accanto per uscire sul retro, mentre lui indugiava per raccogliere i suoi due pugnali.

Uscito a sua volta, lo straniero vide la maga che stava scagliando incantesimi su incantesimi all'indirizzo dell'altro halfling, quello cattivo, mentre l'halfling buono si stava dando da fare con arco e frecce. Quel dannato mezzuomo, però, aveva evidentemente dalla sua una buona dose di fortuna: si prese sì un paio di dardi infuocati ed altrettante frecce nella schiena, ma a quanto pareva tutto questo non era bastato a fermarlo... se non per farsi beffe della maga!

Lo straniero partì di corsa all'inseguimento, certo di riuscire ad acchiappare l'halfling prima che questi riuscisse a raggiungere la relativa sicurezza del bosco al di là dei campi: la sua naturale agilità ed il fatto di avere le gambe decisamente più lunghe e che quello fosse parecchio ferito gli davano di certo un bel vantaggio... sempre che non finisse per inciampare in qualche zolla!

Infatti presto riuscì a raggiungerlo senza problemi... a parte la spiacevole impressione di sentire una palla di fuoco passargli accanto per andare ad arrostire il fuggitivo! Non appena gli fu addosso per fermarlo decise, per la verità piuttosto perfidamente, di afferrare una delle frecce che gli spuntavano dal corpo e darle una bella torsione: l'halfling urlò di dolore e crollò al suolo svenuto.

Pochi istanti dopo Scarlett e l'halfling buono lo raggiunsero, la ragazza provvide senza tante cerimonie a privare il prigioniero delle armi e poi chiese se qualcuno avesse qualcosa per legarlo.

Lo straniero estrasse da una delle sue varie tasche un pezzo di corda sottile e robusta, con due nodi alle estremità: «Beh, questa sarebbe per strangolare, ma dovrebbe andare più che bene lo stesso», spiegò chinandosi sull'halfling svenuto, legandogli i polsi e poi caricandosi il corpo inerte sulla spalla.

«Ugh!», grugnì rialzandosi. «Ma come fate voi halfling a pesare così tanto?».

Detto questo, lo straniero si avviò a passi pesanti verso la fattoria, con espressione cupa ed attento a non incrociare lo sguardo di Scarlett.

«Mi sconcerta parecchio vedere quattro Scarlett e nemmeno sapere qual è quella giusta», borbottò a mo' di spiegazione.

Ma lo straniero sentiva che questo non bastava...

...e finalmente tirò fuori il rospo: «Ho combattuto da schifo, là dentro, e... sì, sono ferito, ma non è granché», ringhiò. «Ma mi girano le palle al pensiero che mi sono lasciato sfuggire per ben due volte di mano il coltello... per non parlare del fatto che mi sono lasciato ferire da un coso mezzo rachitico alto due spanne». Brontolò qualcosa di incomprensibile e poi: «Non sono abituato a subire ferite... e non sono abituato a combattere male...».
Lo straniero si chinò, oltrepassò la finestra senza farsi notare e raggiunse la porta: imprecò mentalmente nel vedere che l'halfling, mica scemo, aveva fatto appostare di guardia nella piccola anticamera un altro coboldo che, sfiga voleva, stava tenendo d'occhio proprio la porta esterna. Non c'era modo di passare inosservato nemmeno per uno bravo negli agguati come lui si considerava: spada nella destra e pugnale nella sinistra balzò addosso alla sentinella con l'intento di farla fuori il più silenziosamente possibile.

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