Filth guardò Aryn con ancora una vaga ombra della precedente collera
nello sguardo, ma la sua risposta fu nel suo abituale tono tranquillo ed
amichevole. «Amico Aryn, si potrebbe dire che io conosco tutti e
dappertutto: diciamo che è il prezzo da pagare per essere quello che
sono», replicò con un sorriso. «A parte questo, temo che due chiacchiere
con il nostro bravo locandiere le dovrò comunque fare. Giusto, amico
mio?». Il grassoccio padrone della locanda annuì con l'aria infelice di
chi sa di essere in colpa e di meritarsi un'inevitabile ramanzina.
«Visto, amico Aryn? Lui stesso lo riconosce», aggiunse Filth in tono
conclusivo.
L'espressione del locandiere si rasserenò notevolmente alla successiva domanda di Aryn: almeno per qualche momento ancora la ramanzina pareva essere rinviata... e chissà che alla fine la cosa potesse finire addirittura in nulla?
«Padron Paladino», rispose in tono deferente, «io purtroppo non saprei dirvi se ci siano in paese alcuni di quei fuggiaschi: il fatto è che la mia vita si svolge qui, fra queste quattro mura, adoperandomi per far sentire i miei clienti come a casa loro e, credetemi, è cosa che mi impegna giorno e notte, per cui non ho tempo per andarmene intorno per il paese». Da come il locandiere parlava, sembrava che volesse tirare il discorso maledettamente per le lunghe. «Tuttavia... ora che ci penso... sì, qui appena fuori paese tornando nella direzione di Rifllian c'è la casa di un vecchio chierico ormai a riposo che gode fama di accogliere ed ospitare chiunque capiti da lui chiedendo assistenza. Secondo me gli manca qualche rotella, ma non è cattivo: è solo un po' strano, ecco. Ad esempio, ricordo che una volta...». Prima che potesse lanciarsi in chissà quale rievocazione, tuttavia, il locandiere colse l'occhiataccia che gli indirizzò Filth, al che sospirò rassegnato e si decise a farla breve. «Insomma, per trovarlo è facile: si trova sulla sinistra uscendo dal paese e andando verso Rifllian: superate l'ultima casa, contate cento passi e ci siete. Secondo me, se ci sono ancora profughi in paese è là che potete trovarli».
Detto questo il locandiere si inchinò, poi si volse e con aria rassegnata si avviò verso la cucina.
L'espressione del locandiere si rasserenò notevolmente alla successiva domanda di Aryn: almeno per qualche momento ancora la ramanzina pareva essere rinviata... e chissà che alla fine la cosa potesse finire addirittura in nulla?
«Padron Paladino», rispose in tono deferente, «io purtroppo non saprei dirvi se ci siano in paese alcuni di quei fuggiaschi: il fatto è che la mia vita si svolge qui, fra queste quattro mura, adoperandomi per far sentire i miei clienti come a casa loro e, credetemi, è cosa che mi impegna giorno e notte, per cui non ho tempo per andarmene intorno per il paese». Da come il locandiere parlava, sembrava che volesse tirare il discorso maledettamente per le lunghe. «Tuttavia... ora che ci penso... sì, qui appena fuori paese tornando nella direzione di Rifllian c'è la casa di un vecchio chierico ormai a riposo che gode fama di accogliere ed ospitare chiunque capiti da lui chiedendo assistenza. Secondo me gli manca qualche rotella, ma non è cattivo: è solo un po' strano, ecco. Ad esempio, ricordo che una volta...». Prima che potesse lanciarsi in chissà quale rievocazione, tuttavia, il locandiere colse l'occhiataccia che gli indirizzò Filth, al che sospirò rassegnato e si decise a farla breve. «Insomma, per trovarlo è facile: si trova sulla sinistra uscendo dal paese e andando verso Rifllian: superate l'ultima casa, contate cento passi e ci siete. Secondo me, se ci sono ancora profughi in paese è là che potete trovarli».
Detto questo il locandiere si inchinò, poi si volse e con aria rassegnata si avviò verso la cucina.
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